Daniela Tieni Due chiacchiere con l'artista
L'illustratrice si racconta a IDEA Academy.
Ciao Daniela, grazie mille per aver accettato la nostra intervista. Iniziamo con una breve presentazione.
Ciao, grazie a voi per l’ospitalità! Sono un’illustratrice freelance e lavoro per magazine e case editrici italiane e straniere.
Come è iniziata la tua carriera in ambito artistico? Hai mai sognato di fare un altro lavoro?
Ho studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma come scenografa, e ho sognato per anni di lavorare a teatro o al cinema anche come costumista. Poi, dopo gli studi, mi sono interessata al mondo dell’illustrazione e agli albi illustrati: più libri leggevo e guardavo, più capivo che era proprio questa la strada che volevo prendere. Però, per rispondere alla tua domanda, penso ancora a come sarebbe bello fare questo o quest’altro lavoro! Ogni tanto riprende forte la nostalgia del teatro; penso che sarebbe stupendo diventare orafo e forgiare i metalli o riprendere in mano seriamente la fotografia; oppure approfondire lo studio dei tessuti e lavorare nella moda (…potrei continuare!).Mi incuriosiscono molte cose e vorrei tentare, per quanto è possibile, di non darmi limiti.
Sei un'artista che spazia in molti ambiti. Ho letto che hai conseguito un Master in Art Therapy, in cosa consiste esattamente?
L’Arteterapia è un metodo di intervento che si può utilizzare in vari contesti, da quello formativo, a quello sociale o clinico. L’obiettivo è di utilizzare le risorse creative come il disegno e la pittura per realizzare interventi volti a ritrovare un’armonia individuale e/o relazionale, o per dedicarsi a progetti più complessi (supportati possibilmente da un team di operatori o medici), mirati al miglioramento di svariate patologie psicofisiche. Il principio è lo stesso per gli interventi terapeutici fatti attraverso la danza,la musica, o il teatro. È una materia delicata ed estremamente interessante: solo dopo aver partecipato ad alcuni laboratori di gruppo ho capito davvero cosa può scatenare un intervento accuratamente guidato, dove tutto il proprio corpo, dal pensiero al gesto o al silenzio, viene messo in moto.
I tuoi soggetti preferiti.
Domanda difficile. Le montagne. Le donne. Gli animali.
Hai lavorato a tavole a quattro mani insieme a Simone Rea, come è stato? Pensi di ripetere questa esperienza (e con chi)?
È stato divertente! Non sapevamo bene dove ci avrebbe portato il lavoro, ma alla fine ci siamo ben amalgamati anche sotto il punto di vista tecnico e il risultato ci ha soddisfatto. Non mi dispiacerebbe provare a farlo di nuovo, ma non è facile allinearsi sulla stessa tavola. Chissà!
Recentemente sei passata dall'acrilico al digitale. Cosa ti ha spinto a questo cambiamento? Quali sono i pregi ed i difetti di ambo le tecniche?
Sì, è da un po’ di mesi che ho iniziato ad utilizzare il digitale, principalmente per curiosità. Avevo fatto delle cose in passato, ma solo piccole prove, e non avevo mai concluso interi progetti con questa tecnica. Avevo voglia di disegnare qualcosa di diverso e con una nuova sintesi, e mi sono trovata molto bene. Ovviamente, non ho abbandonato la pittura! Ma devo dire che per portare a termine alcuni lavori il digitale è perfetto: ti permette di essere più veloce in alcuni passaggi e di agevolare i tempi. L’acrilico richiede un altro tipo di attenzione: bisogna scegliere il supporto, saper dosare il colore, vedere come reagisce la carta.È bellissimo lavorarci, così come con le altre tecniche tradizionali. Si entra inuna dimensione diversa.
Qualche anticipazione (se puoi) sui progetti per il 2016.
Tutte cose di cui non posso ancora parlare!
Quale consiglio ti senti di dare agli aspiranti artisti di oggi e agli studenti del Master in Art Direction di IDEA Academy?
Di disegnare e studiare. Di non avere fretta, e di non perdere mai di vista se stessi.